“Rapunzel – L’intreccio della torre”, titolo ridondante che sostituisce l’originale “Tangled” (intrecciata), e’ un bellissimo film di animazione, in cui si vede nettamente l’influenza di John Lasseter, il genio che ha realizzato i migliori film della Pixar.
La principessa Rapunzel vive perennemente rinchiusa in una torre, tenuta segregata da un perfida vecchia che, rapitala dalla culla quando era ancora in fasce, sfrutta il potere dei suoi capelli d’oro per mantenersi eternamente giovane. Rapunzel si rassegna a vivere nell’angusta stanza della torre perche’ spaventata dalla “matrigna”, che le fa credere che il mondo esterno sia pieno di pericoli da cui il suo “amore di madre” vuole proteggerla. Cresce fino ai suoi 18 anni guardando ogni anno il volo delle lanterne luminose che vengono lasciate salire in cielo a migliaia dai suoi genitori, il giorno del suo compleanno, nella speranza che la figlia perduta possa vederle e seguire la strada che la riporti a casa.
Ma i 18 anni sono speciali e Rapunzel trovera’ un inaspettato aiuto da un cavaliere “con macchia” ma senza paura che casualmente, nel tentativo di nascondersi dai soldati del Re, scala la torre in cui viveva segregata. Questo l’inizio del film, lasciamo il resto alla visione dello spettatore.
Il film e’ senz’altro il migliore di quelli prodotti recentemente dalla Disney e, grazie a Lasseter, si avvicina a quelli inimitabili della Pixar: la figura della principessa e’ assolutamente moderna, simpatica, piena di dubbi ma anche di entusiasmo e di energia (non lasciatele in mano una padella…). Le espressioni che riescono a darle gli animatori sono spiritose e piene di umanita’, e quindi ci si affeziona subito al personaggio (la prima regola per la riuscita di un film d’animazione…). Intorno a Rapunzel gravitano una serie di “animali” divertentissimi, dal piccolo Camaleonte Pascal, suo protettore, al Cavallo Maximus, che e’ protagonista di alcune delle scene piu’ divertenti del film.
Originale l’idea della prigione “sentimentale” in cui e’ rinchiusa Rapunzel: a tenerla intrappolata nella torre, infatti, non è un vincolo fisico, potrebbe uscire quando vuole se non fosse tenuta in scacco dalla paura instillatale fin dalla più tenera età dalla matrigna e dal ricatto sentimentale di quella che, fingendosi sua madre, professa un amore sconfinato nei suoi confronti.
Le scene in cui la matrigna, con le sue false dimostrazioni d'amore, riesce a tenerla legata a se’ sono un misto di comicita’ e dramma, argomenti seri raccontati con grande leggerezza per adattarli all’infanzia, senza perdere pero’ la forza del linguaggio.
Passando al lato tecnico, le animazioni, come detto, hanno un disegno ed una capacita’ di mostrare i sentimenti dei personaggi che Lasseter, dal 2006 capo del reparto animazione sia della Pixar che della Disney, ha trasmesso a quest’ultima.
Il 3D con lo standard “RealD” (quello con gli occhiali polarizzati “a perdere” e lo schermo argentato) e’ perfetto: nitido, non stanca la vista, molto contrastato e pieno di colore.
In conclusione un film di animazione di grande livello, che non manchera’ di affascinare sia i bambini che gli adulti che amino lasciarsi trascinare dalla fantasia ed abbiano conservato dentro di se’ l’entusiasmo della gioventu’.