Per me è un onore poter recensire questo film. Ma definirlo film è quasi riduttivo. Perché Ritorno al futuro non è solo un film divertente, non è solo l’antesignano dei film sui paradossi temporali, non è solo la prima parte di una delle trilogie più fortunate del cinema contemporaneo, non è solo l’emblema del blockbuster anni ’80 e non è neanche solo il film che ha consacrato l’astro nascente di Michael J. Fox. No, Ritorno al futuro è uno dei film simbolo della mia generazione, uno dei tanti fortunati parti della mente geniale di Robert Zemeckis (uno dei tanti registi che in quel periodo spopolava, ma che, pur avendo perso un po’ del suo smalto o della sua fortuna, non smetteremo mai di ringraziare).
Insomma, forse perché ammantato dell’aura magica di cui son fatti i film dell’adolescenza, non possiamo non consigliare la visione di questo film assolutamente spensierato (ma sarà poi davvero così spensierato?), scanzonato e spassoso, divertimento allo stato puro, quintessenza di quella falsa superficialità anni ’80 con cui si facevano film per stare sereni e godersi quell’aspetto fondamentale del cinema, una delle due anime di cui è composto: l’intrattenimento, possibilmente non stupido, non volgare, non banale.
Chi non ha sognato almeno una volta nella vita di viaggiare nel tempo? Chi non ha sperato di cambiare il passato, di vedere il futuro?
Beh, se non siete tra costoro, lasciate perdere questo film e tornate alle vostre grigie vite.
Se invece appartenete a quella schiera di strana gente che, come Poe, sostiene che “chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte”, mettete i rifiuti nel serbatoio e lasciatevi portare dal Doc Christopher Lloyd in questa avventura senza tempo.