Berlino Est anni Ottanta. A Wiesler, efficientissimo rappresentante della Stasi (interpretato da uno straordinario Ulrich Mühe, attore purtroppo scomparso di recente), viene affidata la sorveglianza del drammaturgo Georg Dreyman e della sua amante, l’attrice Crista Maria Sieland, perche’ un importante ministro, invaghitosi della donna, vuole le prove di un fantomatico anticomunismo di Dreyman per liberarsi di uno scomodo rivale.
Ma inaspettatamente Wiesler si trova ad ascoltare con sempre maggior partecipazione le conversazioni di Dreyman e, colpito dalla sincerità e dall’impegno dello scrittore, decide di occultare le prove della sua dissidenza. Ma il destino è in agguato…
Quest’opera prima dell’esordiente Florian Henckel von Donnersmarck, che ha conquistato l’Oscar per il Miglior film straniero nel 2006, è una di quelle rare pellicole capaci di mettere d’accordo pubblico e critica grazie a una vicenda semplice, ma ricca di emozioni, “suspence” e valori umani.
Calandosi nelle atmosfere opprimenti di una Berlino anni Ottanta in cui il controllo della Stasi è capillare e invisibile (ci viene fatto sapere da una didascalia iniziale che il Servizio informativo poteva contare su oltre 100.000 impiegati e il doppio di collaboratori esterni), il film segue i percorsi paralleli di uno spiato (il drammaturgo Dreyman, in precario equilibrio tra realizzazione artistica e rispetto dei dettami del regime) e di un agente della Stasi, il burocrate dagli occhi gelidi Wiesler, che all’inizio del film vediamo in azione mentre insegna, senza dimostrare alcuna emozione, come far crollare un teste bugiardo utilizzando la sola, disumana, pressione psicologica.
Gli abusi e la corruzione dell’ideologia e del potere sono la causa scatenante di una situazione che, una volta messa in moto, finirà per coinvolgere tutti in una serie di eventi dalle imprevedibili conseguenze.
Il regista che e’ anche lo sceneggiatore del film) ci fa entrare nell’ambiente intellettuale di Dreyman, in cui convivono artisti totalmente asserviti al regime, contestatori tollerati e non tollerati (Jerska, che finirà suicida, provocando il decisivo soprassalto di coscienza di Dreyman), e figure come lo stesso Dreyman, amato a Est e Ovest grazie al suo straordinario talento narrativo.
Altro personaggio chiave del film e’ l’attrice Crista Maria (interpretata con grande sensibilita’ da Martina Gedeck), cosi’ insicura da diventare schiava degli psicofarmaci e incapace di negare i suoi favori al ministro.
Wiesler, continuando ad ascoltare di nascosto “le vite degli altri”, sente crescere dentro di se’ la coscienza e la forza per ribellarsi al regime, fino a che mettera’ a rischio la carriera per cercare di salvare Dreyman e Crista Maria (memorabile la scena in cui ascolta di nascosto la "Sonata degli uomini buoni" che Jerska aveva regalato a Dreyman per il suo compleanno).
Poi le vicende precipitano e si arriva ai giorni nostri: nessuno degli spettatori potra’ dimenticare la sequenza finale in cui Wiesler acquista un libro che, per la prima volta nella sua vita, fa comparire un piccolo raggio di felicita’ nei suoi occhi.