Los Angeles, marzo 1928. Christine Collins (Angelina Jolie), lascia a casa da solo il figlio Walter per rispondere ad una chiamata per lavoro straordinario dell’ufficio.
Al ritorno a casa fa una terribile scoperta: il bambino non c'è più e di lui si è persa ogni traccia.
La polizia locale dopo 5 mesi sembra aver risolto il caso. Consegna infatti a Christine un bambino che dice di esser Walter e che un po' gli assomiglia. La madre è però certa che non si tratti di suo figlio, supportata da altre persone che lo conoscevano bene, a partire dalla maestra.
Le autorità di polizia pero’, nell’ansia di chiudere un caso che aveva suscitato molta commozione nell’opinione pubblica, insistono nel considerare il caso risolto fino a decidere di internare Christine attribuendole, senza alcuna prova, disturbi mentali che l'avrebbero spinta a non riconoscere il proprio figlio. Christine però non si arrende e, sostenuta dal reverendo Guistav Briegleb (John Malkovich), continua a lottare perche’ le ricerche continuino malgrado il “trattamento” subito nell’ospedale psichiatrico, complice un dottore senza scrupoli totalmente asservito ai voleri della polizia.
Ma la storia si intreccia con un’altra che ha i contorni dell’horror…
La storia raccontata nel film sembrerebbe frutto della creativita’ di qualche sceneggiatore di Hollywood, invece si tratta della pura e semplice realtà. Una realtà che lo sceneggiatore J. Michael Straczynski ha riportato in luce grazie alla segnalazione di un amico che lo ha informato che stavano per andare al macero le carte di un processo, tenutosi a Los Angeles negli anni venti, che avrebbe potuto interessargli.
Il film, diretto da Clint Eastwood con la consueta maestria, da’ allo spettatore un autentico “pugno allo stomaco” per le vicende atroci che vede raccontate con un montaggio serrato ed incalzante. Angelina Jolie e’ bravissima nella parte della madre, che recita con un autocontrollo ed una misura che non sono propri del suo carattere “focoso” e ribelle: l’attrice ha detto di aver dato un taglio cosi’ misurato al suo personaggio per fare un omaggio a sua madre che aveva un carattere simile a quello della protagonista.
La grande regia di Eastwood, unita alla bravura degli attori, anche di quelli che interpretano la parte dei poliziotti “odiosi” (Jeffrey Donovan e’ il Capitano e Colm Feore il Capo della Polizia), fanno assistere ad un film che non si dimentichera’ perche’ l’immedesimazione nelle situazioni narrate fara’ stare lo spettatore incollato alla sedia fino all’ultima scena.
Da non perdere, anche se vi fara’ venire il mal di stomaco…