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La duchessa

(di Antonegò)
 

Nulla di nuovo sotto l’algido e pallido sole di Albione. Il film in costume di Saul Dibb, tratto dalla biografia di Amanda Foreman è la storia di Lady Georgeana Spencer, sposa a 17 anni di William Cavendish, duca del Devonshire. Il film si divide in due parti. La prima, con un impianto assolutamente convenzionale ci riporta i soliti temi dei matrimoni decisi a tavolino, evidenziando la solita condizione femminile dell’epoca, con una donna ridotta a elemento esornativo e procreatrice di figli possibilmente maschi. Lady Georgiana, magistralmente interpretata da Keira Knightley, personaggio brillante e potenzialmente anticonformista, trova la possibilità di esprimersi nella moda, nel gioco, nella vita mondana e nell’attivismo politico. Ma quando si innamora del giovane, talentuoso ed idealista Grey, si trova a sbattere contro un muro di tradizioni e convenzioni impossibile da abbattere. Lei lo scavalca quel muro, ma quando si rende conto che dall’altra parte del muro dovrà lasciare i suoi figli, per seguire l’amore della sua vita, capisce che l’unica scelta possibile è di sottostare a una società ipocrita e maschilista.

In realtà la parte migliore del film è la seconda, quella più drammatica, in cui però i  personaggi acquistano sfumature tali da renderli non più figure stereotipate e bidimensionali, ma figure a tuttotondo, con le loro contraddizioni e sfumature. E così l’amante cinica che diviene amica per interesse, mostra di essere anche una madre pronta a tutto per riabbracciare i propri figli, il gelido e insensibile paterfamilias, si mostra un uomo a suo modo fragile e schiacciato dai tempi in cui vive, costretto a interpretare un ruolo tirannico e ad abusare dei privilegi di una posizione che, all’epoca era di totale supremazia e la donna emancipata, invece, scopre che l’amore a cui tutto si sacrifica, non sostiene il sacrificio dell’amore materno.

Insomma, il film non resterà nella memoria degli spettatori, ma le valide interpretazioni di Ralph Fiennes e Keira Knightley, supportate da comprimari di tutto rispetto come Charlotte Rampling e attori emergenti come Dominic Cooper e Hayley Atwell, rendono quantomeno piacevole la visione del film. E resta comunque la curiosità di paragonare la vita di Lady Georgiana a quella della sua discendente Lady Diana, evidenziando come, sì, il periodo storico influisca sulle scelte, ma come, in fondo, il modo di vivere certi sentimenti non abbia tempo. Ed alla fine la tragedia si consuma a suo modo, destando il sospetto che le cose non siano cambiate poi così profondamente.

 
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