ATTENZIONE! la recensione contiene elementi o indicazioni che anticipano il
finale del film
Ben Thomas (Will Smith) è il responsabile di un
incidente stradale in cui hanno perso la vita sua moglie ed altre sei persone.
Per espiare il suo peccato progetta di salvare sette persone. A tal fine si
finge un funzionario delle tasse e, attraverso i suoi giri di riscossione,
riesce a individuare coloro cui ritiene giusto donare loro la sua vita. Tra
questi vi è un pianista cieco ed una donna cardiopatica, Emily Posa (Rosario
Dawson). Di quest’ultima Ben si innamorerà mettendolo di fronte ad un bivio:
salvarle la vita donandole (in senso fisico) il suo cuore, oppure rinunciare
alla donna? Buona parte del film si incentra proprio sul rapporto che viene ad
instaurarsi tra i due. Alla fine la scelta sarà quella del suicidio e della
donazione degli organi alle sette anime.
Seconda trasferta americana per Gabriele Muccino (dopo
“La ricerca della felicità”, sempre interpretato da Will Smith), “Sette anime”
(il cui titolo originale è “Seven pounds”) è un’opera piuttosto deludente.
Senza nulla togliere al buon mestiere del regista e alla bravura di Will Smith
(da alcuni anni un vero attore) il film risulta lento e pesante. Anche la
sceneggiatura (scritta da Gran Nieporte, autore di sit-com televisive) presenta
numerose falle. Ad aggravare il tutto contribuisce un finale decisamente fuori luogo in cui assistiamo al suicidio di Ben che avviene per shock
anafilattico causatogli dal morso della medusa che teneva dentro il suo
acquario.
I precedenti film di Muccino (pensiamo a “Come te
nessuno mai” e, soprattutto, “L’ultimo bacio”), pur presentando i loro limiti,
avevano il merito di saper intrattenere in modo sapiente lo spettatore
costituendo una valida alternativa alla televisione e alla paccottiglia che da
molti anni imperversa nelle nostre sale cinematografiche (ci si riferisce sia
al cinema italiano che estero). Con “Sette anime”, Muccino tocca il punto più
basso della sua carriera e le sue pretese autoriali danneggiano non poco la
(non) riuscita del film.
Da consigliare solo agli stimatori di Will Smith o di Muccino.