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Un matrimonio all’inglese (Easy Virtue)

(di Technino)
 

Inghilterra, inizio degli anni ‘30. Il giovane inglese John Whittaker (Ben Barnes) s’innamora perdutamente di Larita (Jessica Biel), una ragazza americana piena di energia e di fascino, ed i due si sposano immediatamente. Quando la coppia torna a casa, la madre di John, Mrs. Veronica Whittaker (Kristin Scott Thomas) ha un’immediata repulsione nei confronti della moglie del figlio: si scontrano due culture e due caratteri diametralmente opposti. Larita cerca di fare del suo meglio per tentare di adattarsi, ma non e’ facile sfuggire ai tranelli architettati dalla suocera. In breve tempo, Larita comincia a capire la tattica messa in atto da Mrs Whittaker e realizza di dover reagire se non vuole rischiare di perdere John.

Il film, diretto dal regista australiano Stephen Elliot, e’ tratto da “Easy Virtue”, un’opera teatrale scritta nel 1924 da Noel Coward, ed e’ un bellissimo esempio di commedia di vita inglese; ricorda in qualche modo personaggi  e situazioni dei libri di P.G. Wodehouse: la suocera mefitica (un po’ come la terribile zia Agata della serie di libri incentrati sul Maggiordomo Jeeves), il signorotto di campagna un po’ allocco, il contorno dei caratteri tipicamente inglesi che vanno dalle sorelle pettegole ai vicini “ingessati” nel loro assurdo conformismo. Larita e’ assolutamente fuori dal mondo ipocrita in cui vive il viziato ed immaturo marito, subito pentito di non aver sposato la sua amica d’infanzia e di aver ceduto al fascino dell’americana.

Il film si giova di un dialogo sempre brillante, con costumi estremamente curati ed ambientazioni perfette; di grande livello le interpretazioni di Colin Firth, marito di Veronica ed unica persona sensibile della famiglia, Kristin Scott Thomas, una suocera di un’antipatia agghiacciante, e Jessica Biel, una Larita sensibile ed in possesso di una calma olimpica. 

Nel finale i segreti del passato di Larita vengono rivelati ma la vita le riservera’ ancora sorprese, anche grazie ad un inaspettato alleato….

Un film con un soggetto intelligente, che mantiene sempre un grande equilibrio fra commedia e dramma lasciando nello spettatore quel senso di soddisfazione tipico delle opere ben riuscite.

E’ interessante notare che un giovanissimo Alfred Hitchcock trasse da “Easy Virtue” un film muto nel 1928 dal titolo italiano "Fragile Virtù".

 
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