Australia, 1939. Lady Sarah Ashley (Nicole Kidmann), un'aristocratica inglese, lascia Londra decisa a ricondurre a casa il proprio consorte che sta occupandosi da troppo tempo di una tenuta in quella terra lontana. Il film racconta il viaggio geografico e interiore di Sarah, che si trovera’ a dover portare fino a Darwin una mandria di 1500 capi, con il solo aiuto del leale e rude mandriano Drover (Hugh Jackman) e di alcuni aborigeni tra cui il piccolo Nullah. Sembra che l'avventura finisca qui, ma sta per scoppiare la seconda guerra mondiale e Darwin e' destinata ad essere distrutta dai bombardamenti giapponesi, addirittura piu' violenti di quelli di Pearl Harbor...
Regista e sceneggiatore del film e’ l'australiano Baz Luhrmann (il regista del meraviglioso Moulin Rouge), che ci regala un film epico e pieno di scene spettacolari, ambientate in una natura selvaggia e bellissima. Una melodramma d’altri tempi, che ricorda lo stile di Via col Vento e che e’ musica per gli occhi.
Il film denuncia anche lo scandalo delle “generazioni rubate”, un piano governativo del Commonwealth (durato fino al 1973!) per assimilare gli indigeni nella dominante comunità bianca: i bambini (quasi tutti meticci) venivano sottratti con la forza alle famiglie e consegnati a istituzioni assistenziali religiose per inserirli in famiglie bianche in modo da snaturalizzarne la cultura.
Gli ingredienti del grande classico ci sono quindi tutti, a partire dai due bravi attori protagonisti, per un film che sara’ amato da tutti quelli che sono ancora in grado di emozionarsi di fronte a storie epiche che, anche se un po’ irreali, mantengono il fascino e la magia del “grande cinema” di una volta. Come non ricordare la spettacolarita’ emozionante della scena della mandria che fugge verso il precipizio del Canyon, ed il romanticismo “onirico” della scena del ballo, quando improvvisamente la sala si zittisce e in cima alle scale appare il mandriano Hugh Jackman vestito in un improbabile smoking bianco, elegante e magnetico più di ogni gentiluomo presente: Nicole gli si avvicina lentamente seguendo il perimetro del salone, appare e scompare fra gli invitati, gli occhi persi in quelli di lui, finché i due si congiungono in un’atmosfera magica che ricorda quella dell’incontro di Rhett con Rossella a cui il regista, grande ammiratore di Via col Vento, dichiara di essersi volutamente ispirato.
Un film per sognare distaccandosi, una volta tanto, dalla realta’ sempre piu’ amara e violenta che sembra prevalere nelle scelte dei produttori della Hollywood di oggi e che, sempre piu’ spesso, ci fa uscire dal cinema con l’amaro in bocca e con lo stomaco in subbuglio.