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Giù al Nord

(di Technino)
 

Philippe, direttore di un ufficio postale in Provenza, cerca di farsi trasferire sulla Costa Azzurra, anche per compiacere la moglie. Per riuscirci inscena un misero trucco che, una volta scoperto, gli lascia due alternative: il licenziamento o il trasferimento forzato all’ufficio postale di Bergues nel Nord-Pas de Calais.

Per un francese abituato a vivere al sole del Sud della Francia, Berges rappresenta una specie di Caienna: e Philippe, compatito da tutti gli amici e, soprattutto, dalla moglie che non ha il coraggio di seguirlo, inizia con la morte nel cuore il lungo viaggio solitario in auto verso la nuova destinazione. Scoprira’ che la vita al Nord non e’ cosi’ brutta come credeva….  

Il film, ben diretto da Daniel Boom, e’ un esempio di come si possa coniugare il divertimento con un messaggio di amore e comprensione per i “diversi” che, spesso, allontaniamo da noi per i nostri pregiudizi. Il Nord sopra Parigi (l'area di Lille) è infatti considerato dai francesi un luogo buio, dove fa freddo e piove sempre, abitato da gente rude, poco socievole e dai gusti strani. Per di più, vi si parla un dialetto-lingua detto Ch'timi perché la ‘s' francese suona ‘ch' e il ‘toi' e ‘moi' diventano ‘ti' e ‘mi'. 

Kad Merad nel ruolo di Philippe riesce a rendere perfettamente il disagio di chi parte pieno di questi pregiudizi verso una citta’ in cui dovra’ vivere per un lungo periodo di tempo. Il film racconta il suo inserimento nella societa’ locale, che lo accoglie con un “calore” del tutto inaspettato. Il cambiamento dell’atteggiamento inizialmente ostile di Philippe avviene attraverso piccole scene di vita quotidiana, in cui avra’ modo di apprezzare la gentilezza d’animo dei suo nuovi amici del Nord. 

Ottimo il doppiaggio italiano, che riesce a rendere in maniera molto divertente l’effetto fonico della pronuncia del Ch’timi. Un film che si ha voglia di rivedere.

 
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