Un personaggio del film dice, a un certo punto:“Il cervello ha tutte le funzioni vitali. Il cuore è solo un muscolo”. Chissà, forse è vero, ma questo film di emozioni ce ne dà tante, anche e soprattutto per la prova superba di uno smagliante Sergio Catsellitto.
Il cinema italiano continua a tenere la testa alta in questo periodo, in cui tanti giovani registi portano aria nuova nelle sale un po’ stantie del cinema di casa nostra.
Il regista, Alessandro Angelini, al suo secondo film dopo “L’aria salata”, torna ad affrontare il tema del rapporto padre-figlio e firma un’opera autentica ed emotiva che prende a pugni il cuore, come fosse un pugile spietato e sbatacchia lo spettatore che, a stento, trattiene le lacrime. Girato in parte in una Fiumicino multietnica mai così cinematografica, in parte in una cupa Gorizia, il film narra una vicenda che per certi aspetti ricorda 21 grammi, imperniata su una prova magistrale di Castellitto, attorniato da un cast di caratteristi molto bravi (che, invero, non sono mai mancati al cinema italiano).
Il finale, tirato un po’ via, delude le aspettative di un film che, comunque, merita di essere visto e incoraggiato.