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Il sapore della vittoria

(di Antonegò)
 

Piccolo film di genere agiografico-sportivo che magari non resterà nella storia del cinema per la sua originalità, ma che vale la pena di recuperare, per il tema trattato e perché narra, magari in maniera romanzata, o meglio “cinenzata”, una storia vera.

Siamo nel 1971, in Virginia, la segregazione razziale è da poco caduta e due licei, uno solo per neri e uno solo per bianchi vengono accorpati. Il primo livello di integrazione, lo si cerca attraverso lo sport (non è una provocazione!) e così nasce la prima squadra mista di football studentesco americano, i Titans del titolo originale (“Remembers the Titans”), che vengono affidati a un allenatore di colore, un sempre ispirato Denzel Washington, generando molti dissapori e rivalità e alimentando inevitabili pregiudizi.

Le tensioni razziali sono forti, ma Denzel Washington, con l’aiuto dell’ex allenatore bianco (Will Patton), riesce a creare una squadra affiatata, portando i ragazzi in un ritiro estivo e sovvertendo i loro pregiudizi con una mossa ad effetto e controcorrente: i ragazzi, divisi in coppie, un bianco e un nero, dovranno imparare a conoscere i propri gusti e pensieri reciproci. I veri problemi sorgono quando il ritiro finisce e bisogna trasporre nella vita scolastica di tutti i giorni i legami nati sul campo di gioco. Il campionato è alle porte e le difficoltà sempre più aspre, ma ormai Denzel Washington ha instillato un germe positivo nei ragazzi e la palude razzista è diventata ormai acqua corrente e sempre più irrefrenabile.

Incentrato sul conflitto bianchi-neri, il film propone sullo sfondo anche altre forme di razzismo, cui quel tipo di provincia americana, forse, non è tutt’oggi immune, come l’odio per gli hippies, i gay e, in genere, i “losers”, i perdenti. Il messaggio è chiaro: l’abbattimento di ogni barriera, parte dalla conoscenza reciproca, dal superamento del pregiudizio tramandato in maniera ottusa e dal tentativo vicendevole di venirsi incontro, sovvertendo l’immobilismo di una società con il coraggio del cambiamento. Un esempio di come si può ribaltare una realtà sbagliata e soffocante, con la forza del mutamento.

Un film per ragazzi che forse andrebbe proposto nelle scuole, per sensibilizzare e smuovere una generazione che appare sempre più “bulla” o abulica. Anche se il tema di fondo è in parte proprio della storia e della società americane, i valori espressi assumono, infatti valenze universali. E la scuola multietnica è una realtà che si concretizza, di generazione in generazione, anche da noi.

 
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