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Avatar

(di L’Irriverente)
 

L’ex marine Jake Sully, nonostante sia rimasto invalido agli arti inferiori, viene ingaggiato per una missione sul pianeta Pandora per fare le veci del fratello defunto. La sua missione principale è quella di esplorare e raccogliere campioni di vita sul pianeta.
Il modo più semplice di affrontare un suolo ed un’atmosfera ostile all’essere umano, è quello di trasferire la mente nel corpo di un indigeno alieno, un alter ego… un avatar.
Parallelamente, però, un’altra missione viene portata avanti da loschi militari e uomini devoti al denaro perché Pandora è considerato anche un ricco giacimento di un prezioso minerale.
Grazie alla sua esperienza come marine, Jake viene coinvolto in un doppio gioco tra la missione militare e la spedizione scientifica, fin quando, perdendosi nella foresta aliena, conosce Neytiri, la figlia del capo di una tribù indigena, i Na’vi.
Comincia per lui una seconda vita “virtuale” nel corpo di un Na’vi, dalla quale sarà sempre più difficile prendere le distanze per risvegliarsi e affrontare la realtà sempre più triste dell’essere umano.

Cameron ritorna dopo tredici anni dalla sua ultima fatica e lo fa sempre nel suo stile.
Il nome del regista è diventato, ormai, sinonimo di garanzia perché ci ha abituati al fatto che non mette più piede fuori di casa se non fa qualcosa di veramente speciale.
Con Avatar centra di nuovo l’obiettivo, anzi… il doppio obiettivo visto che si è costruito una cinepresa in autonomia per l’effetto del 3D.
Il regista canadese rimane sempre un fuoriclasse perché è uno dei pochi che ancora oggi è il deus ex machina dei film che realizza. Sin dai tempi di “Terminator” è lui stesso che pensa la storia, scrive la sceneggiatura, realizza schizzi di disegni per le scenografie e i personaggi, dirige e da poco produce anche. Questo significa avere il pieno controllo del proprio progetto, quello che ogni artista dovrebbe avere sulla propria opera.

Avatar è una piccola opera d’arte. Può paragonarsi ad un dipinto che si ammira per ore (162 minuti!) in un museo. Gli scenari e le ambientazioni sono davvero notevoli.

Stavolta, però, ha in sé un piccolo difetto: la troppa linearità (e banalità?) della storia.
E’ qualcosa di già visto, ma mai "guardato" così.
E una storia già “emotivamente” vissuta, può emozionare solo attraverso il nuovo modo in cui è realizzata ed in questo Cameron rimane un maestro.
Forse è l’unico punto debole che, a molti spettatori, ha fatto dire, usciti dal cinema “Bellissimo, ma…”.
Basti pensare che la sola visione del trailer, di pochi minuti, è sufficiente a far conoscere l’intera storia.
Amici e figli di amici, mi hanno raccontato il film senza averlo visto e senza sbagliare una virgola.

Il regista cita ampiamente note pellicole come “Balla coi lupi” o le produzioni del maestro giapponese Miyazaki, inserendo elementi di sua creazione, come l’espansore meccanico del corpo già utilizzato da Sigourney Weaver nella scena finale di Aliens. Geniale la “connessione” tra gli esseri viventi del pianeta che fanno entrare in simbiosi i Na’vi con gli animali e gli alberi.

La bravura sta nel “come” riesce a citare e in come riesce a rappresentare il discorso ecologico oltre a quello della guerra motivata dall’appropriarsi di una fonte d’energia (retaggi della guerra in Iraq ?).
Ma al di fuori dei messaggi, Avatar è fondamentalmente un film di fantascienza e azione e non gli si deve chiedere altro che scene spettacolari e avvincenti.

Non concordo con la considerazione di Technino sul fatto che il film “deve essere visto tassativamente in 3D”. Naturalmente l’effetto stereoscopico non può che aumentare il fascino, ma è un film che può essere goduto tranquillamente in 2D: innanzitutto il “povero” Cameron, a causa dei lunghi tempi di lavorazione, non è più arrivato primo nella distribuzione di film in 3D. Per chi ha già avuto modo di visionare altri film in 3D, non troverà niente di particolarmente speciale a livello tecnico rispetto al resto.
Un altro motivo importante sta nel fatto che il bravo regista non ha abusato di questo effetto per ottenere facili reazioni nel pubblico. Spesso ci sono oggetti in primo piano che avrebbero potuto fluttuare davanti ai nostri occhi, ma che invece sono stati volutamente sfocati per dare risalto alla scena sottostante; il film è pieno di lance e frecce, ma nessuna viene smaccatamente puntata, in rilievo, verso lo spettatore. Bravo Cameron!

Avatar è un bellissimo film che, nella sua semplicità narrativa, riesce comunque ad essere originale e a regalarci momenti e personaggi che solo gli americani sanno creare! Imperdibile, ottimo, ma non “capolavoro”.

 
9Sei d'accordo con questa recensione?7
56%
 
43%
 
(di Technino)
 

Difficile descrivere l’emozione che Avatar 3D provoca nello spettatore che, anche nel mondo un po’ cinico e materialista di oggi, mantenga la capacita’ di emozionarsi e di stupirsi. Per piu’ di 2 ore e mezza “Avatar” ci trascina letteralmente a vivere un’avventura su un pianeta fantastico, Pandora, insieme ad una razza aliena che vive in simbiosi con la natura ed e’ l’antitesi di quello che sta diventando la razza terrestre.  

Il messaggio che trasmette il film, comunque importante ed avvincente, passa pero’ in secondo piano rispetto all’impatto visivo ed emozionale che riesce a trasmettere con la magia del 3D, portato dal regista-sceneggiatore James Cameron a livelli mai raggiunti prima, tanto che il grande Spielberg ha rilasciato questa dichiarazione che ci sentiamo di condividere in pieno:

“Posso dire che Avatar è un capolavoro. Tecnico, visivo, emotivo. Durante la proiezione non riuscivo a credere ai miei occhi. E’ il film di fantascienza più bello che abbia mai visto dai tempi di Guerre Stellari. Sono convinto che Avatar sarà la spinta decisiva che porterà i cinema a convertirsi al digitale e al 3D. Con questo film Cameron ha alzato il livello del genere fantascienza, per stile, tecnica, poetica, portando il confine molto molto in alto. Oggi chiunque vorrà in futuro fare un film di fantascienza dovrà confrontarsi con lui e con il suo film. Sono sempre stato un suo fan e per questo ero molto arrabbiato con lui perché da Titanic (1997) non ci aveva più dato un film. Ma ora, dopo aver visto Avatar, Cameron ti perdono tutto”.  

Per l’emozione e lo “stupore” che  sta generando in tutto il mondo, il film puo’ essere considerato come un’Opera d’Arte del nostro secolo e deve essere visto TASSATIVAMENTE in 3D. Anche se dovrete prenotare un posto e dovrete aspettare per poterlo avere a centro sala (al Warner Village solo due sale trasmettono il film in 3D), vale la pena aspettare e godersi uno spettacolo che non potrete dimenticare.

Chi fosse interessato a capire come funziona il REAL D, la tecnica con cui e’ stato realizzato il film, puo' leggere questo Speciale del Cineforum, in cui si puo’ vedere anche la macchina da ripresa a due obbiettivi fatta realizzare da Cameron appositamente per Avatar 3D:

 

http://www.cine-forum.it/Home.asp?ur=Sp&Id=15

Detto che le scene di Computer Graphics raggiungono livelli assolutamente stupefacenti, concludiamo dicendo che le cinque stelle sono riferite ad un giudizio valido per i film "tradizionali" ed in questo caso possono risultare persino inadeguate.

 
25Sei d'accordo con questa recensione?10
71%
 
28%
 
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