Adam Lang (Pierce Brosnan), un ex primo ministro britannico, e’ ospitato dal governo americano in una villa su un’isola del Maine, dove vive con la moglie, la sua assistente e le guardie del corpo. Viene raggiunto da uno scrittore (Ewan McGregor), un“ghost writer” (scrittore fantasma) tradotto incomprensibilmente in italiano come “uomo ombra”, incaricato di rivedere da cima a fondo la sua autobiografia, gia’ scritta da un altro ghost writer morto cadendo da un traghetto in circostanze misteriose….
Il regista-sceneggiatore Roman Polanski dirige un film che, per tutta la parte centrale, e’ bellissimo: l’isola in cui si svolge la maggior parte dell’azione e’ sempre avvolta dalla nebbia, con un mare mugghiante di schiume biancastre in un’atmosfera kafkiana che mette i brividi…La torbida storia di Adam Lang e dei sui “amici” si dipana lentamente mantenendo sempre alta la tensione dello spettatore. Ma il finale del film e’ molto deludente: affrettato e cinico, dopo le ottime premesse tutto si conclude in 10 minuti.
Detto dell’ottimo cast in cui emergono un Ewan McGregor perfetto nella parte dello scrittore-investigatore ed un sempre bravo Tom Wilkinson nella parte dell’odioso Dr. Emmett, concludiamo dicendo che e’ un vero peccato che il regista–sceneggiatore si sia lasciato trascinare dal desiderio di essere a tutti i costi “diverso”, non riuscendo capire che il finale non e' all'altezza del resto del racconto.
In definitiva un film che, malgrado le ottime premesse ed a dispetto degli sperticati elogi tributatagli dalla critica “tradizionale”, ha lasciato delusi molti spettatori in sala…