Dopo “il Gladiatore” e “Le Crociate”, la coppia Ridley Scott e Russell Crowe ci regala un altro film destinato ad entrare nella storia del cinema: il Robin Hood che ci fa vedere il regista e’ completamente diverso dal personaggio di tanti film precedenti, molto piu’ “realistico” ed umano.
Siamo nel XII secolo dopo Cristo, Robert Longstride (Russell Crowe) è uno degli arcieri a servizio di Riccardo Cuor di Leone. Dopo dieci anni di crociate e di stragi fatte nel nome di Dio, Riccardo sta tornando in Inghilterra saccheggiando i castelli che trova lungo il suo cammino. Un re molto lontano dalla figura eroica e mitica della leggenda...
Non raccontiamo il seguito della bellissima trama, una sorta di "prequel" della storia degli altri film, che si intreccia con gli avvenimenti dell’epoca buia che l’Inghilterra viveva in quel periodo.
Il film si segue fino alla fine con grande emozione, merito della regia eccellente di Ridley Scott e del protagonista, uno straordinario Russell Crowe che riesce sempre ad entrare in perfetta sintonia con il personaggio che interpreta. L’attore si e’ rimesso in forma sottoponendosi ad un duro allenamento per poter rivestire i panni di un eroe che richiedeva una notevole maestria nel maneggiare le armi pesanti dell’epoca. Crowe riesce a dare al suo personaggio un mix perfetto di umanita’ e forza fisica, con una sensibilita’ che riesce a far breccia anche nel cuore dell’energica e “spigolosa” Lady Marion, eroina perfettamente interpretata da una Kate Blanchett che eclissa tutte le attrici precedenti.
Il cast vede anche le presenze notevoli del mitico Max Von Sydow (nella parte di Signore di Nottingham) e di un perfetto “villain”, quel Mark Strong che avevamo ammirato come perfido avversario dello “Sherlock Holmes” di Guy Ritchie.
Un’ambientazione perfetta in ogni dettaglio, battaglie filmate con straordinaria maestria, un montaggio al fulmicotone che tiene sempre desta l’attenzione dello spettatore rendono il film un capolavoro, assolutamente imperdibile da tutti i veri appassionati di cinema, che sappiano ancora emozionarsi di fronte alle avventure, senza mettersi troppo a filosofeggiare sulla veridicita’ storica di certe scelte della sceneggiatura: un film e’ “fiction”, se si vuole la storia meglio leggere un libro…