Il film prende spunto da un famoso videogioco, che ha avuto un grandissimo successo fra gli appassionati. La storia racconta del piccolo Dastan, un orfano poverissimo che, messosi nei guai per aver rubato una mela, viene adottato dal re di Persia che aveva assistito alla sua fuga acrobatica dalle guardie, rimanendo colpito dalla destrezza e dal coraggio del ragazzo.
Sedici anni dopo, Dastan (Jake Gyllenhaal) viene considerato un nobile principe di Persia assieme ai due diretti discendenti del re, anche se le sue abitudini restano quelle di un ragazzo del popolo. Quando lo zio Nizam (Ben Kingsley) annuncia che nella città santa di Alamut vengono nascoste armi per i nemici della Persia, i tre principi conducono un attacco alla città e la espugnano grazie soprattutto all'intervento coraggioso di Dastan. La principessa di Alamut, la bella Tamina (Gemma Arterton), cerca inutilmente di convincere gli invasori che non ci sono armi nascoste, ma le sue maggiori preoccupazioni sono rivolte verso un misterioso pugnale dal manico in vetro sottrattole da Dastan durante la battaglia…..
Il regista Mike Newell, con l’esperienza maturata in Harry Potter ed il Calice di Fuoco, cerca di costruire un colossal d’azione, incentrato su scene di battaglia forzatamente artificiose (dato che si tratta pur sempre di un eroe “di silicio”...), ma comunque godibili, e cerca di movimentare un soggetto un po’ scombiccherato con qualche scena spiritosa (l’incontro con i predoni del deserto appassionati di corse di struzzi, con il capo interpretato da un simpatico Alfred Molina), con l’arrivo dei misteriosi “Assassini” e, purtroppo, con parecchie situazioni scontate fra i protagonisti: Jake Gyllenhaal ha il carisma per cavarsela bene nella parte del funambolico Dastan, molto meno la principessa a cui Gemma Arterton non riesce a dare spessore con una recitazione un po’ infantile, mentre Ben Kingsley, nella parte dello zio, sembra divertirsi ad interpretare un personaggio dai toni volutamente esagerati.
Il film doveva raccogliere, nelle intenzioni della Disney, l’eredita’ di due grandi successi: I pirati dei Carabi ed Il Mistero dei Templari, ma non riesce ad avvicinare nemmeno lontanamente le atmosfere misteriose e divertenti dei film precedenti, per colpa di un soggetto troppo semplicistico, aggravato da una notevole banalita’ dei dialoghi e dalla mancanza di un cast dello stesso livello.
Ne viene fuori un film che, anche se sara’ comunque gradito agli appassionati del videogioco, non ci sentiamo di consigliare a tutti.