…..BOH?….diciamo che questa espressione racchiude tutte le sensazioni che si possono provare guardando il film.
Intendiamoci, a me è piaciuto, non dico “molto”, ma ho passato due ore tra bei protagonisti e bei paesaggi, però ci sono tante cose che non convincono e da qui torniamo al riassuntivo “BOH”?
Boh? Perché il protagonista parte senza una storia, senza qualcosa che ci faccia capire perché lo odiano tutti. E’ così dall’inizio del film e per tutta la durata ti aspetti che te lo facciano comprendere, ma spiegazioni non ne arrivano…forse qualche indizio, ma a volte ho avuto l’impressione che fossi io a voler trovare significati per darmi qualche risposta o per fare, tra me e me, l’intenditrice di film d’altri tempi… del tipo ”non c’è un significato esplicito, ma, caro regista, a me non la si fa, io me ne intendo…”!
Boh? Perché il protagonista parte triste, angosciato, tormentato dalla prima scena del film, ma il regista gli fa commettere un gesto che gli provoca scrupoli sulla sua attività solo in seguito e allora prima? Che hai combinato George che stavi già parecchio “Calimerato” subito dopo i titoli di testa?
Boh? Perché qualche tratto intimistico del protagonista è accennato, ma mai approfondito quindi non riesci ad affezionarti a quest’uomo, ma neanche a ignorarlo del tutto…insomma, è il protagonista! qualcosa lì ci starà a fare, no?
Boh? Perché non mi spiego come Anton Corbijn sia approdato a questo film dopo la copertina dell’album degli U2 “The Joshua Tree” e “Control”, film sul leader dei Joy Division Ian Curtis, ma forse qui una spiegazione ce la dà un’affermazione di Corbijn stesso che riferendosi a Clooney spara: <<…a volte, durante le pause tra le riprese, George attaccava il suo iPod al megafono e si metteva a ballare>>. Grazie Anton, non ci sarei mai arrivata da sola.
Boh? Perché l’introverso sicario/assassino/costruttore di pericolose armi per rimanere anonimo in un paesino dell’Abruzzo (nello specifico, Castel Del Monte a 30 km da L’Aquila) e mimetizzarsi tra montanari, meccanici, case chiuse e anziani che trangugiano Montepulciano, adotta la tattica dell’ “Indosso un bel completo di Ermenegildo Zegna che fa sempre la sua porca figura” cambiando, a seconda della camicia che indossa, due paia di occhiali da sole a scena! Ma un bel paio di galosce?!
Il film è però tratto da un racconto di Martin Booth, “A Very Private Gentleman”, e forse tra le sue pagine ci sono le risposte a tutti i miei interrogativi, ma se mi chiedete se troverò il coraggio e/o la voglia di comprarlo e leggerlo per fare i dovuti paragoni vi risponderò “BoH?”, se non altro…per non andare fuori tema!