Marino Pacileo (Toni Servillo) lavora come contabile al
carcere di Poggioreale. Soprannominato “Gorbaciof” per via di una voglia sulla
fronte (ma sembra più un gangster italo – americano tipo Al Pacino) trascorre
le sue serate a giocare a carte in una bisca. Per farlo ricorre ai soldi che
sottrae dalla cassa del carcere. La sua grigia esistenza (abita da solo in un
piccolo e squallido appartamento dove cena con un panino) sembra però
risvegliarsi grazie a Lila, la figlia di un cinese in serie difficoltà per un
debito. Questa sorta di passione lo porterà a fare qualcosa di molto rischioso.
Il film è diretto con mano sicura da Stefano Incerti, già autore de “I
vesuviani” ed il più recente “Complici del silenzio”, ma ciò che lo valorizza è
la grandiosa interpretazione di Toni Servillo, tra i migliori attori del cinema
italiano contemporaneo e soprattutto tra i più versatili: lo abbiamo visto
impersonare Andreotti ne “Il divo”, un affarista losco ne “Le conseguenze
dell’amore” ed un cantante cocainomane ne “L’uomo in più” (tutti film diretti
da Paolo Sorrentino). Ed è su di lui che tutto il film (peraltro di breve
durata) è costruito. Da notare come la sua recitazione sia prevalentemente
affidata alla mimica lasciando ben poco spazio alle parole: particolarmente
divertente l’incontro – scontro che ha con un giovane sulla metropolitana.
Chi
ha avuto modo di apprezzare Servillo tanto al teatro quanto al cinema non potrà
esimersi dal vedere questa sua ultima performance.