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Il discorso del Re

(di Penelope Pit-Stop)
 
Bello. Veramente bello. Uno di quei rari casi in cui esci dal cinema pienamente soddisfatto.
Interpreti straordinari, pochi e di eccezionale bravura. Battute intelligenti, di un'ironia sferzante e travolgente come solo lo humor inglese può e sa fare. Basta sedersi e lasciarsi coinvolgere in questa storia inglese, la storia privata e pubblica di un uomo, la storia di un'amicizia, la storia di come si può arrivare ad essere consapevoli e padroni di sè.
Don't forget: my castle, my rules. Vale sempre. Non importata se sei re, duca o l'ultimo dei sudditi. D'altronde, solo se ascolti, puoi imparare.
Emozioni e ironia da non perdere, in un film di rara bellezza. Da gustare, possibilmente, in lingua originale.
Finally, it's so strange to see them, Lizzie and Darcy (and  there's also Mr. Collins in the movie!) together again... after so many years...
An additional reason to see The King's Speech...
 
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(di Technino)
 

Il Duca di York e secondogenito di re Giorgio V, Bertie in famiglia, (Colin Firth) è afflitto dall'infanzia da una grave forma di balbuzie che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte e l'affetto del popolo inglese.

Ma siamo negli anni ’30 ed ormai la radio obbliga i sovrani a parlare, tenere discorsi che vengono ascoltati in diretta in tutti i paesi del Commonwealth, e la balbuzie rende il Duca di York inadatto a qualunque carica pubblica. Sostenuto dalla moglie (Helena Bonham Carter), l’inossidabile regina madre che abbiamo conosciuto durante l’attuale regno di Elisabetta II, figlia di Bertie, il Duca cerca di guarire utilizzando una serie di “esperti” che non riescono nell’intento. Fino a che sua moglie non decide di rivolgersi ad un insegnante particolare, un logopedista australiano (Geoffrey Rush) che ha un suo sistema fuori dagli schemi.....

Il destino di Bertie lo portera’ a diventare Re Giorgio VI, che guidera’ l’Inghilterra durante la guerra contro la Germania di Hitler, complice l’abdicazione al trono del fratello maggiore David, che vuole essere libero di sposare l’amata Wallis Simpson, un ereditiera americana divorziata due volte e quindi inaccettabile per la chiesa anglicana, di cui il Re e’ capo dai tempi di Enrico VIII.  

Il regista Tom Hooper ci fa vedere cosa accade in Inghilterra alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale, con una ricostruzione ambientale perfetta. Gli ambienti, le persone e persino i dialoghi sono resi in maniera magistrale, anche con l’aiuto di un cast di attori fantastico: Colin Firth nella parte del Duca di York e’ assolutamente straordinario (Nomination all’Oscar come migliore attore protagonista), Geoffrey Rush ed Helena Bonham Carter gli sono accanto con una recitazione che rende mitici i personaggi interpretati (entrambi hanno avuto la Nomination all’Oscar come migliori attori non protagonisti), Guy Pierce (lo ricordiamo in Memento) interpreta con scioltezza David, il fratello che abdichera’.

Il regista britannico si concentra sul vissuto del protagonista, rivelando le conseguenze emotive del disagio nel parlato ai tempi della radio, che fu uno dei sistemi che Hitler sfruttava per infiammare la folla con la sua folle oratoria.

Incoronato come Re Giorgio VI, il Duca di York vincera’ le sue paure grazie al suo “amico” logopedista e riprendera’ cosi’ il controllo della propria vita vincendo prima la guerra con le parole e poi quella con Hitler.  

Film di gradissimo livello, degno dell’Oscar per il miglior film.

 
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