Fine anni ’70. Un gruppo di ragazzi, appassionati di cinema horror, vuole girare un film sugli zombie con la insuperabile cinepresa che utilizza pellicola Super 8, un “economico” formato utilizzato in quel periodo per le riprese soprattutto amatoriali.
Nel bel mezzo di una scena alla stazione ferroviaria, diventano testimoni di un grave incidente che coinvolge un treno militare ed un’automobile.
Da quel giorno l’esercito sembra prendere il controllo della loro cittadina in cerca di qualcosa … un qualcosa rimasto impresso nella loro cinepresa che ha continuato a riprendere dopo essere caduta a terra...
J.J.Abrams si conferma un autore di gran classe, sia quando scrive che quando dirige. La sua mente crea trame e intrecci nuovi mentre il suo stile può paragonarsi a quello dei “falsari d’autore”.
Come in un pittore viene riconosciuta la grande bravura nel riprodurre un Van Gogh o la Gioconda, in lui non si può non riconoscere l’abilità con cui riproduce fedelmente classici della sua infanzia riuscendo a trasmetterne l’essenza.
In questo caso attinge a piene mani dal primo Spielberg e dai suoi fanta-film, mescolando le vicende avventurose di ragazzini in bicicletta alla suspense di un alieno sceso sulla Terra braccato dai militari; il tutto senza rinunciare all’ironia e ai rapporti difficili con i genitori, arrivando ad un finale da applauso per il passaggio all’età adulta.
Adatto a tutte le famiglie, anche se c’è qualche scena un po’ paurosa, ma in particolar modo a tutti coloro i quali hanno vissuto negli anni ’70 crescendo a pane e E.T.