Il secondo film di Guy Ritchie su Sherlock Holmes supera il primo per invenzioni visive, azione e profondita’ della trama, e non era facile….
Brevemente lo spunto della storia: una serie di bombe di supposta matrice anarchica esplodono a Strasburgo e a Vienna, mentre una serie di morti misteriose si succedono. Sembrano eventi casuali senza connessione, ma Sherlock Holmes sospetta che dietro gli eventi ci sia la macchinazione del suo eterno nemico, il Prof. Moriarty (splendidamente interpretato da Jared Harris), uomo dall'intelligenza sopraffina e privo di qualsiasi coscienza, con cui Holmes ingaggera’ una lotta senza esclusione di colpi per cercare di cambiare il corso della Storia dell'Umanita'.
I protagonisti sono gli stessi del primo episodio, Robert Downey Jr. nei panni di Holmes e Jude Law in quelli di Watson: il binomio, ormai collaudato, funziona a meraviglia, agevolato da un ottimo soggetto e da un dialogo sempre brillante.
Le ambientazioni sono sempre molto suggestive, un mix perfetto di fotografia antichizzata ed ambientazioni virtuali, che ci fanno vivere l’avventura nelle piu’ famose metropoli dell’epoca.
Numerose sono le invenzioni visive del film: i “flashforward” velocissimi che precedono le mosse d'azione di Holmes, ormai caratteristici del personaggio, la fuga nel bosco inseguiti dalle cannonate dei terribili nemici, il finale nel castello con la cascata sono tutte scene di grande impatto visivo ed emozionale..
Da segnalare, accanto a Sherlock Holmes, la presenza del fratello Mycroft Holmes, interpretato da un sempre carismatico Stephen Fry, e la gitana sua alleata interpretata da Noomi Rapace, di cui avevamo imparato ad apprezzare la grinta in “Uomini che odiano le donne”. |
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