Driver (come dice il nome) è un automobilista ma un po’
particolare. Oltre a fare lo stuntman aiuta i rapinatori nelle loro fughe
spericolate. Inoltre lavora come meccanico in un’autofficina. L’incontro
casuale con una donna potrebbe segnare una tappa importante nella sua folle
vita se non fosse sposata ed avesse un figlio. L’amore per lei avrà un risvolto
fatale: decide di aiutare il marito in un colpo che gli permetterebbe di pagare
i debiti con gente losca ma va tutto storto. Ed i guai non sono finiti…
Diretto da Nicolas Winding Refn, giovane regista danese con
già diversi film all’attivo, Driver sembra quasi un omaggio al poliziesco
americano anni ottanta. Il titolo ed il personaggio potrebbero evocare “Driver
l’imprendibile” (“The driver”, 1978) di Walter Hill ma il regista non può non
essersi ispirato a Michael Mann e soprattutto alla sua opera prima “Strade
violente” (“Thief”, 1981). Un film duro, intriso di violenza che in alcuni
punti raggiunge un livello di splatter che neanche Quentin Tarantino potrebbe
mai concepire. Eppure tra un inseguimento, una sparatoria e tanto sangue si
riescono a trovare momenti di poesia. Ottima la musica e la fotografia.
Premiato per la miglior regia al Festival di Cannes.