Nel 2089, il ritrovamento di alcune incisioni preistoriche,
molto simili a quelle rinvenute in altre parti del mondo, fa credere a due scienziati
che, un tempo, esseri venuti sulla Terra abbiano dato origine alla nostra vita
e lasciato segni inconfutabili del loro sistema solare di provenienza.
Grazie ai moderni strumenti e al finanziamento di un miliardario, il sistema
solare alieno viene individuato e una spedizione è subito preparata.
Giunti sul pianeta, però, gli scienziati non trovano una civiltà, ma i suoi
resti…
Purtroppo non sono un grande estimatore del signor
Ridley Scott, un regista che a mio avviso si è sempre trovato al posto giusto
nel momento giusto, grazie a storie non sue. In questo caso, purtroppo, neanche
i suoi fedeli “seguaci” hanno del tutto apprezzato il suo ultimo lavoro confermandomi
che il suo successo deriva proprio dalla storia che traspone e che, in questo
caso, fa un po’ acqua da tutte le parti.
Visivamente l’inizio del film è davvero potente, epico (bisogna comunque
riconoscergli una certa bravura); lo spunto della trama è più che interessante,
ma ad un certo punto si trasforma tutto in un serial televisivo senza spessore.
Forse colpa di uno degli autori di “Lost” che è tanto bravo a creare colpi di
scena quanto a non fornire risposte, anzi, ti fa sperare che te le diano nella
prossima puntata (ahimè, già in lavorazione).
La relazione che c’è con i film di "Alien" è fin troppo chiara e finisce per trasformare "Prometheus" in un ennesimo capitolo della serie.
Una sola parola: “peccato!”