Chi vi scrive e’ andato a vedere “Cloud
Atlas” con una certa diffidenza, avendo letto qualche critica decisamente poco
entusiasta. Anche il soggetto, un intreccio di sei storie che si svolgono i
epoche diverse, da meta’ ottocento ad un lontano futuro, generava il timore di
andare a vedere un film slegato e confusionario…
Niente di piu’ sbagliato! Il
film dei fratelli Wachowski (ora
fratello e sorella), autori del film cult Matrix, che si sono
divisi la regia con Tykwer in modo
indipendente e parallelo, e’ straordinario: passato il primo momento di
sconcerto per il veloce intrecciarsi dei flashback, la sceneggiatura si segue
benissimo, dando un insieme di emozioni difficilmente spiegabili a chi non lo
ha ancora visto.
Il montaggio superbo, le grandi prove degli
attori (Tom Hanks, Jim Broadbent, Halle Berry, James D’Arcy, Ben Whishaw, Hugh Grant, Jim Sturgess, Susan Sarandon, Hugo Weaving e la
poco conosciuta attrice sudcoreana Bae Doona), le storie avvincenti che si
intrecciano in una “visione cosmica” della vita dei personaggi e, non ultimo,
lo stupefacente lavoro dei truccatori che rendono, in qualche caso, quasi irriconoscibili
gli attori nelle varie parti che interpretano, danno al film quella sorta di
alone di “magia” tipico del grande cinema.
Ci si abitua
presto, se ci si lascia prendere dal soggetto del film, al modo con cui le sei
vicende vengono narrate: gli incastri ed i salti temporali li conosciamo da
tempo, ma qui il ritmo e l'eterogeneità del materiale presentato rapiscono lo
spettatore con un crescendo di emozioni diverse, che spaziano dalla commozione,
all’esaltazione per le avventure, all’orrore per il futuro disumano ipotizzato
per Nuova Seul.
Un film diverso dal solito, che non fa
pesare le quasi tre ore di proiezione. Da non perdere.