Virgil
Oldman (Geoffrey Rush) è un uomo sulla sessantina, ricco e non hai mai vissuto
con una donna. Di professione è antiquario ed inoltre si diletta a fare il
banditore d’aste. Uomo elegante e d’altri tempi ha sempre rifiutato di
utilizzare il telefono cellulare: ne riceve uno in regalo ma lo lascia nella
sua confezione. Un bel giorno però si sente costretto ad utilizzarlo… Perché?
Si
da il caso che Virgil abbia ricevuto da un’ereditiera, Claire, l’incarico di
catalogare gli oggetti presenti nella sua villa. Si innamorerà della donna ma…
Ovviamente
non sveliamo il finale (bellissimo) che riserverà una grossa ed inaspettata sorpresa.
E
Giuseppe Tornatore torna (permettetemi il gioco di parole…) a colpire! E colpire bene
con un film realizzato con un notevole dispendio di risorse, tecnicamente
eccellente e con attori in gran forma (oltre al protagonista è degna di lode
l’interpretazione di Donald Sutherland). Sorprendente inoltre l’ambientazione:
il film è stato girato in più di una città europea ma allo spettatore si fa
credere che l’intera storia (eccezion fatta per gli ultimi minuti) si svolga
nella stessa (e imprecisata) località.
Tornatore
ci “offre” momenti di grande cinema scanditi dalla bella musica di Ennio Morricone ed
una battuta da antologia: alla domanda del protagonista rivolta al suo
assistente su cosa si prova a stare con una donna si sente rispondere che “è
come partecipare ad un’asta: non si sa mai se la tua offerta è la migliore”.
Grandioso!