Il Mago di Oz, personaggio
creato da L. Frank Baum, mancava sul grande schermo dal 1985, anno in cui la Disney
realizzò “Nel fantastico mondo di Oz”, sequel non ufficiale del celebrato
classico Il mago di Oz, interpretato nel 1939 da Judy Garland. Ed e’ ancora la Disney
a riproporre il celebre personaggio, scegliendo di raccontarne le origini ne
“Il grande e potente Oz” affidando la regia del film a Sam Raimi.
Il protagonista è
un mago da baraccone di mezza tacca, donnaiolo e moralmente abietto, che fugge
in mongolfiera dopo essersi vista svelata l'ennesima truffa; catturato da un
ciclone, l'uomo viene catapultato nell'incantato paese di Oz, dove tutti lo
accolgono come il Mago da tempo atteso, che dovrà liberare il regno dal potere
di una strega malvagia. Ma eliminare la strega sarà un compito più complicato
del previsto….
Raimi fa un'operazione migliore rispetto a
quella, concettualmente simile, fatta da Tim Burton in Alice in Wonderland, perche’ si adegua (giustamente..) ai
canoni di un'opera tanto squisitamente disneyana nella concezione, quanto
figlia dei suoi tempi nella resa visiva: la messa in scena del regista e’
sempre divertita, giovandosi di dialoghi brillanti e di un universo
“straripante” da un punto di vista visivo.
L'aspetto più interessante del film risiede sicuramente nel suo look, che passa
con disinvoltura dal bianco e nero della fase iniziale che si svolge nel mondo
reale (girata in schermo ridotto, equivalente al 4:3 televisivo),
all'"apertura" al formato panoramico e al colore nel momento in cui
il protagonista sbarca nel mondo incantato. Questa scelta (che e’ anche un
omaggio al film del 1939 che aveva prologo ed epilogo girati in B/N) permette
di avere uno stacco netto fra i due mondi, caricando di colori esasperati e
quasi ubriacanti il fantastico regno di Oz. La vegetazione, le variegate
creature che lo abitano, gli sgargianti abiti dei cittadini del regno, le fantasmagoriche
scenografie della Città di Smeraldo e quelle del castello di Glinda: tutto è
all'insegna di composizioni cromatiche che irretiscono l'occhio e lo inebriano
con classe. L'ottimo l’uso del 3D, con cui Raimi mescola le vecchie tecniche che
scagliano oggetti contro lo spettatore con la profondita’ di immagine delle
tecniche recenti, migliora il gia’ notevole impatto visivo del film.
A una sceneggiatura divertente e particolare, Il grande e potente Oz somma una riflessione
sul cinema come fabbrica di illusioni, come strumento "magico" per
eccellenza. Il riferimento a Thomas Edison e al suo
cinetoscopio, nonché la rilettura del personaggio del Mago come cineasta ante
litteram, testimoniano un amore per le origini dell'arte cinematografica, per
quel periodo di invenzioni e possibilità che sembravano infinite, già celebrato
in un contesto diverso da Martin Scorsese nel suo Hugo Cabret.
James
Franco
conferma la sua ottima versatilità di attore, dando vita a un Oz simpaticissimo,
un misto di sbruffoneria, carisma e autoironia; le controparti femminili Mila Kunis, Michelle
Williams e Rachel Weisz vestono i panni di tre streghe efficaci e
magnetiche.
In conclusione, un film fantastico che ha
i numeri per piacere a tutti gli appassionati di “cinema”. Da non perdere.