Anno 2014: il mondo ha i giorni contati a causa del surriscaldamento globale. I grandi della terra optano per una soluzione drastica, l'utilizzo di una sostanza che sparsa nell'atmosfera abbassera’ la temperatura a valori sopportabili, ma l'esperimento fallisce e le conseguenze sono disastrose, una nuova era glaciale stermina tutti gli abitanti della terra seppellendo il mondo in una tomba di ghiaccio e neve.
Anno 2031: l'unico residuo di umanità sopravvissuta è rappresentato dai passeggeri dello
Snowpiercer, un treno ad alta velocità che da 17 anni gira intorno al mondo con un percorso circolare che dura esattamente un anno, alimentato da un motore rivoluzionario e inarrestabile che fornisce energia senza fine. Il treno è un microcosmo della società umana ed è diviso in classi sociali, con i poveri relegati con la forza nelle ultime carrozze, laceri e sporchi, trattati come animali e nutriti solo con gelatine di proteine, mentre i ricchi alloggiano nei vagoni anteriori, e vivono nel lusso e negli agi. Ma l’equilibrio tenuto con la forza sta per rompersi: i poveri, guidati da Curtis, un leader carismatico (
Chris Evans), daranno l’assalto ai vagoni del treno per arrivare fino alla locomotiva, dove risiede il fantomatico Wilford
(
Ed Harris), inventore del treno e detentore del potere assoluto di vita o di morte su tutti i passeggeri poveri.
Il film, di produzione coreana, si avvale della regia di Bong Joon-Ho ed e’ stato accolto dalla critica con toni elegiaci (“una pietra miliare, paragonabile a quello che sono stati Blade Runner, Matrix, Strange days”), ma in realta’ si rivela piuttosto deludente: la sceneggiatura e’ monocorde, fatta solo di continui assalti all’arma bianca (le accette e gli schizzi di sangue si sprecano..), sparatorie e nessun approfondimento psicologico dei personaggi; in molti punti il film e’ lento ed il finale e’ scontato.
Il film si salva per la bravura degli attori, che riescono a rendere un soggetto carente almeno accettabile per la visione: tra tutti ricordiamo un’irriconoscibile Tilda Swinton nella parte del Ministro (personaggio bizzarro e dai toni tragicomici, interpretato con la solita maestria), John Hurt (consigliere dei poveri), Ed Harris (il gelido Wilford), e Chris Evans che lascia lo scudo di Capitan America per condurre l’attacco alla locomotiva.
Comunque il film non riesce ad emozionare lo spettatore, a meno di non prendere sul serio la metafora ingenua del treno-mondo, che contiene la popolazione da tenere sotto controllo, divisa in rigide classi, la dominante e l’oppressa. Deludente...