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Everest

(di Technino)
 

Everest, del regista islandese Baltasar Kormakur, aveva una bella sfida davanti a sé: non tanto la montagna, con i suoi 8848 metri di roccia, ghiaccio e mille altre insidie, ma l'impresa improba di seguire cronologicamente due film inaugurali alla Mostra del Cinema di Venezia del calibro di Gravity di Cuaron e di Birdman di Inarritu.  

Difficilmente un'accoglienza fredda come quella che ha salutato la fine della proiezione del film dedicata alla stampa può preludere a un futuro glorioso come quello degli altri due, anche se, da molti punti di vista, Everest funziona bene: spettacolo ed emozioni non mancano, ma per fare un grande film non bastano uno scenario d'effetto, interpreti prestigiosi e il fascino di una storia vera. Una storia bisogna comunque saperla raccontare. 

Everest parte con le migliori premesse: introduce subito i suoi protagonisti, creando una certa tensione in particolare attorno a Rob Hall (interpretato da Jason Clarke), il capo della spedizione e proprietario di un'agenzia turistica che organizzava scalate all'Everest per quelli che erano pronti a sborsare 75.000 Dollari per il tentativo. Il suo "rivale", capo spedizione di un'altra agenzia turistica e' Scott Fisher (Jake Gyllenhal). Poi ci sono altri appassionati di scalate, tra cui un ricco texano, (Josh Brolin), desideroso di avventura. 

L'impressionante Everest e' introdotto bene, con bellissime riprese (consigliamo il 3D che le rende spettacolari al massimo), facendo vedere la grandi difficolta' tecniche della scalata, che inizia con una serie di seracchi e crepacci da superare salendo su piccole e ripide scalette di alluminio che sono solo un piccolo anticipo della prova terribile che attende gli scalatori. 

Il film narra una storia vera: Hall è stato un alpinista celeberrimo e le sue spedizioni, fino a quella fatale del maggio 1996, narrata nel film, erano tra le più "sicure". Ma quando si scala la piu' alta montagna del mondo i rischi ci sono sempre: nel caso della spedizione raccontata nel film si sono materializzati con un'improvvisa tempesta di vento e ghiaccio e con la mancanza di bombole di ossigeno, lasciate a varie quote per l'uso degli scalatori delle varie spedizioni che pero', essendo in troppi e non coordinati come tempi di scalata, ne avevano fatto un uso eccessivo lasciando la spedizione di Hall con poco ossigeno.

Il gran numero di scalatori dilettanti che affrontano l'Everest e' uno dei problemi trattati nel film, anche se frettolosamente: ad oggi, dopo la mitica scalata effettuata 60 anni fa da Sir Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzing Norgay, sono piu' di 4.000 gli scalatori, per lo piu' dilettanti, che si sono cimentati con l'Everest ed il campo base e' pieno di rifiuti e sporcizia....  

L'aspetto visivo e tecnico è sicuramente il punto di forza di Everest, girato per buona parte sul posto (ma per le scene delle scalate sono state utilizzate le nostre Dolomiti, per ovvie ragioni di sicurezza), con un uso il più possibile limitato degli effetti speciali. Il sacrificio e la dedizione di interpreti e realizzatori è evidente: fotografia e montaggio sono impeccabili e gli effetti sonori impressionanti. Da un punto di vista spettacolare il film e' molto emozionante.  

Peccato che gli sceneggiatori ed il regista non siano riusciti a costruire un rapporto coinvolgente fra i protagonisti della scalata, tanto che il personaggio di Gyllenhaal, pur con tutto l'appeal del suo interprete, è uno degli evidenti punti deboli della sceneggiatura, che lo usa poco e male, finendo quasi per dimenticarselo nelle ultime battute.

Il momento piu' drammatico del film e' quello in cui  Doug Hansen incontra Hall di ritorno dalla vetta: Doug e' stremato dall'edema polmonare ed a corto di ossigeno, ma implora Hall di lasciarlo salire comunque fino alla vetta perche' sa che e' la sua ultima possibilita' di arrivarci. Hall sa che e' una follia: Doug è al limite e l'orario fissato per il rientro è passato abbondantemente, ma la sommità è lì a un passo, la gloria di quella conquista è troppo grande per negarla a quell'uomo che le ha dedicato tanti sacrifici. E cosi' lo accompagna in vetta segnando il destino di entrambi.

 
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