Una trama vera e propria non c’è, ma il film dei Peanuts,
come le famigerate strisce a fumetti di Charles Shulz, è un susseguirsi di gag
e situazioni che in questo caso sono narrate all’interno di un semestre
scolastico. E le situazioni classiche ci sono tutte, da Lucy e il suo chiosco da
psicologa, innamorata del pianista Schroeder che invece pensa solo al suo amato
Beethoven, a Piperita Patti che si distrae sempre in classe. In questa
avventura Charlie Brown tenta la sua impresa più grande: fare colpo sulla
bambina dai capelli rossi, la nuova arrivata in classe. E poi c’è immancabilmente
Snoopy, il cane più famoso del mondo dopo Lassie che aiuterà il suo padrone a conquistare
l’amata, sempre se non impegnato a combattere, a cavallo della sua cuccia
volante, il suo acerrimo nemico, il Barone Rosso.
L’ultima trasposizione su schermo della combriccola dei
Peanuts non è un’operazione “vintage” per i nostalgici di una certa età, ma più
un prodotto confezionato per i bambini di oggi abituati ad essere catturati da
immagini veloci e colorate. Perde, quindi, un po’ di quell’aspetto adulto e sarcastico
nelle battute. Tuttavia il film è realizzato da uno dei maggiori fan di Snoopy
e riesce nel suo intento: diverte e mantiene tutti gli elementi che hanno reso
immortali i personaggio di Shulz senza scontentare nessuno.