Il film del
regista Matthew Brown racconta la storia vera di un genio della matematica
indiano, Srinivasa Ramanujan (Dev Patel), tanto testardo quanto brillante,
acuto e intuitivo, da riuscire a farsi convocare al Trinity College di
Cambridge da colui che diventerà il suo mentore, il celebre professore di
matematica GH Hardy (Jeremy Irons, bravissimo), sorpreso e conquistato a tal
segno dalle doti di quel genio che "vedeva" la soluzione dei problemi
matematici senza passare attraverso una dimostrazione, sostenendo di essere
stato ispirato da una divinita' indiana.
Il film, all’interno
della biografia raccontata molto bene, facendo attenzione ai particolari di
ricostruzione scenografica e storica, riesce a far intuire la bellezza e
l'importanza delle formule matematiche, che riescono a rappresentare, in
maniera astratta, fenomeni fisici: alcune delle ultime formule di Ramanujan
vengono tuttora utilizzate per predire il comportamento dei buchi neri!
Interessante
anche lo studio delle "partizioni" (in quanti modi si puo' ottenere
un numero come somma di numeri interi), che ha portato a scoprire che i numeri
di una partizione si comportano come frattali, in apparenza disordinati ed
incongruenti, ma che, se osservati livello
microscopico, sono composti da schemi ordinati che si ripetono. Chi fosse
interessato, anche non essendo un matematico puro, a questo link trova un
articolo a livello puramente divulgativo che spiega la natura del problema:
http://www.focus.it/scienza/scienze/risolto-il-mistero-dei-numeri-di-partizione-sono-frattali-1929191-129010
Il film si
vede con emozione fino alla fine, grazie al ritmo della regia e del montaggio,
e risulta quindi godibile anche a chi non sia un appassionato di matematica
pura, una scienza che, secondo Bertrand Russel, "possiede non soltanto la verità
ma anche una suprema bellezza”.