Doctor Strange, diretto da Scott Derrickson con
protagonista Benedict Cumberbatch, ci porta all’esplorazione di un volto poco
noto dei cinecomic Marvel, ovvero quello del misticismo.
Arrogante, egoista e senza dubbio eccellente nel suo lavoro,
il Doctor Strange è un neurochirurgo di fama mondiale. Le sue mani compiono
miracoli, la sua conoscenza del corpo umano è ineccepibile e la sua vita è un
perno che ruota attorno a un ambiente sterile, competitivo, stimolante, noto:
l’ospedale in cui lavora. Ma cosa succede quando un incidente lo priva dell’uso
delle mani e la sua esistenza sembra non avere più senso?
La disperazione lo conduce a cercare risposte e salvezza in
un luogo in cui non avrebbe mai creduto di metter piede, in un’enclave in Nepal
in cui dimora l’Antico (Tilda Swinton). C’è però un prezzo da pagare, un prezzo
che va oltre i soldi e le ore passate sotto i ferri in sala operatoria; il
prezzo è essere disposti a sconvolgere tutto ciò che fino a quel momento si
dava per scontato, inclinandosi alla prospettiva più ampia delle arti magiche.
Attraverso il modo di vedere le cose di Doctor Strange
Scott Derrickson prova ad aprire il nostro terzo occhio, immettendo nella
pellicola riferimenti alla filosofia asiatica, arti marziali e oggetti mistici.
Corpi astrali che compiono ciò che che la mente vorrebbe
portare a termine, se non fosse legata alla materia; pensieri che dominano il
corpo e magie che si apprendono da libri scritti in lingue dimenticate.
Il protagonista corre per sfuggire al cattivo Kaecilius (l'ottimo
Mads Mikkelsen) e ai suoi zeloti inerpicandosi in grattacieli ondeggianti,
strutture architettoniche che si accartocciano su se stesse, scale che si
moltiplicano e si intrecciano, dimensioni che non seguono la consueta logica
della fisica quantistica e che sembrano uscite dalle illustrazioni fantastiche
di Escher.
Suggellano la magia oggetti dalla storia atavica e dal
fascino eterno, come la cappa della lievitazione, e l’Occhio di Agamotto (una
delle Gemme dell’Infinito), che permette di giocare col tempo mandandolo avanti
e indietro o creando loop temporali
In conclusione, un film Marvel che si disposta dagli altri e
che ha nella scenografia fantasmagorica e nel carisma degli interpreti il suo
punto di forza.