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I demoni di San Pietroburgo

(di Edna)
 
Un film di Giuliano Montaldo, con Miki Manojlovic, Carolina Crescentini, Roberto Herlitzka, Anita Caprioli, Filippo Timi, Patrizia Sacchi, Sandra Ceccarelli, Giovanni Martorana. Musiche di Ennio Morricone.
Il quadro: gli ultimi anni della vita di Dostojevskij, sempre alle prese con i creditori nonostante la fama, nella cornice dei movimenti rivoluzionari dei giovani borghesi ispirati al socialismo. Il tempo scenico è quello della scrittura di un romanzo (Il giocatore) o, meglio, del suo completamento, accelerato da una clausola contrattuale vessatoria e dal comportamento scorretto dell’editore. La narrazione comincia dall’incontro con un giovane (Gusev) che si finge pazzo per evitare la vendetta dei giovani rivoluzionari (suoi ex compagni) e della polizia zarista.
Premessa n.1: i film tratti da romanzi sono in genere molto deludenti. Montaldo opta per uno squarcio sulla vita de “Lo Scrittore”, e per un chiaro stile didascalico, modello “sceneggiato Rai anni ‘60/’70”; lo specifico romanzo resta sullo sfondo.
Premessa n.2: se si vuole parlare di cultura e di letteratura per tutti, non c’è nessuno migliore di Dostojevskij (a mio umilissimo parere, naturalmente).
Premessa n.3: non voglio fare paragoni con scrittori attuali, sovente trasposti su pellicola in tempi da record e perennemente innamorati del proprio ombelico e della propria “generosità” nel raccontarlo agli altri. Ma un film, pure didascalico, che offre l’occasione di parlare di storia, di politica, di religione, di cultura di massa e di elite, del rapporto tra scrittore e lettore, di pietas, di identità culturale e nazionale, di principi morali, contingenza e ricerca perenne dell’amore per i propri simili, secondo me è un ottimo film. E sempre benvenuto.
Allora?
1. Manca l’ironia; non che il film sia tragico, ma l’infatuazione per Dostojeskij parte spesso da lì, ed è insieme uno dei tratti più leggeri e profondi della sua scrittura e non solo (sempre a mio umilissimo parere). E’ accennata nella scena iniziale in cui una lettrice confonde l’autore con il “collega” Turgenev, molto popolare in quegli anni; e nell’ironica citazione di Gogol da parte dell’Ispettore Generale (un grandissimo Herlitzka). Nothing else. Un po’ poco.
2. Non so dire quanto il film sia fruibile per chi ignora il periodo, l’autore, ecc. Per questo lo stile didascalico è apprezzabile, ma non so se sufficiente.
3. Il cast è buono, ma non resta impresso. Al suo interno tra l’altro spiccano alcuni dei protagonisti di “Boris” (Crescentini e Herlitzka).
Sintesi: da vedere.
Una domanda al Regista e al Maestro Morricone (qui in versione insolita): nella scena dell’attentato nella Cattedrale c’è un omaggio alla “scena della cattedrale” del Don Carlo di Verdi? (la musica? i morbidi mantelli che ingentiliscono i movimenti dei personaggi? i personaggi stessi, i sentimenti di amicizia inscindibilmente contrastanti? la Storia? …?). Anche fosse involontario, Ve ne sarei immensamente grata.
 
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