John Hancock (Will Smith), supereroe di Los Angeles, vive in maniera sregolata, passa troppo tempo attaccato alla bottiglia ed è depresso; quando interviene per combattare il crimine e proteggere la popolazione, lo fa con gran sfoggio della sua forza fisica e poco rispetto della cosa pubblica, con il risultato di generare milioni di dollari di danni che pesano sulle casse cittadine. L'atteggiamento di Hancock non è educato nemmeno nei confronti dei cittadini: li prende spesso a male parole e le autorità iniziano a pensare di imporgli un risarcimento dei danni mentre il pubblico gli è sempre più ostile. Ma Hancock casualmente salva la vita ad un esperto di pubbliche relazioni, Ray Embrey (Jason Bateman), che decide di aiutarlo a riabilitarsi presso i suoi concittadini….
Il film ha premesse originali, e il ruolo dell'aitante, sarcastico e vulnerabile protagonista è perfetto per Will Smith, attore di grande carisma che riesce subito a conquistare lo spettatore.
La prima parte di Hancock, controcorrente ed “antieroica”, intrattiene con grande leggerezza, e la regia di Peter Berg la sa costruire con abilita’ attorno ad un personaggio impudente e spigoloso.
Peccato che la narrazione si disunisca e si banalizzi proprio nel momento più delicato, ovvero dopo quelle "rivelazioni" sulle origini di Hancock che arrivano in maniera troppo affrettata, banalizzando uno script che, nella prima parte, era originale e pieno di trovate. Peccato perche’ l’idea di un supereroe “controcorrente” meritava un finale piu’ articolato ed all’altezza delle premesse.
Da ricordare, oltre all’interpretazione di Will Smith, quella di
Charlize Teron capace, pur nei limiti di un personaggio piuttosto inconsistente, di bucare lo schermo grazie alla sua bellezza e all’intensità del suo sguardo.