Gli ABBA sono entrati a far parte della storia della musica leggera, ai primissimi posti. Il gruppo si costituì nel 1970 ed era formato da quattro membri (le iniziali dei nomi davano il nome al gruppo):
Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog ed Anni-Frid Lyngstad (meglio conosciuta come "Frida").
Quattro anni dopo erano già all'apice della loro carriera musicale dopo aver vinto l'edizione dell'Eurofestival nel 1974 con il brano Waterloo. Da allora inanellarono un successo dietro l'altro fino alla loro separazione avvenuta nel 1982.
Qualche numero per rendersi conto di cosa abbiano significato per milioni di appassionati in tutto il mondo: si stima che abbiano venduto oltre 370 milioni di dischi ed il musical “Mamma mia!”, da cui e’ stato tratto il film, e’ stato rappresentato in moltissimi Paesi raccogliendo oltre 30 milioni di spettatori.
Fatta questa doverosa premessa, rivolta ai giovani che non li conoscevano prima di vedere il film (ed a quei critici “snob” sprovvisti di cultura musicale che li hanno svillaneggiati in qualche recensione che si ha la sfortuna di leggere in rete...), veniamo al film “Mamma mia!”.
La storia e’ semplicissima: siamo in Grecia; la giovane Sophie (una deliziosa Amanda Seyfried) ha un sogno: sta per sposarsi e vorrebbe conoscere suo padre perche’ la conduca all'altare: alla vigilia delle sue nozze ha infatti scoperto il diario segreto con le avventure sentimentali della madre Donna (Meryl Streep), una figlia dei fiori che in gioventu’ aveva avuto piu’ di un amore ed oggi, indipendente e piena di vita, gestisce un piccolo hotel sull’isola di Kalokairi. All'insaputa di Donna, Sophie invita alle nozze i suoi potenziali padri: un uomo d'affari (Pierce Brosnan), un simpatico avventuriero (Stellan Sgarsgard, che ricordiamo con tutt’altro cipiglio nella parte del crudelissimo capo dei Sassoni nel film “King Arthur”) ed un banchiere impacciato (Colin Firth). Scoperta molto presto la loro presenza sull'isola, Donna li invita "gentilmente" a rimettersi in mare, ma niente andrà come previsto, gli Dei dell’Olimpo hanno deciso diversamente….
Il musical e’ un genere di film che, di solito, viene odiato o amato in maniera assoluta. Chi vi scrive lo ama perche’, tra i vari generi cinematografici, e’ l’unico che abbia la capacita’ di far non solo immedesimare, ma addirittura “sognare” lo spettatore che lo apprezzi.
La regista di Mamma mia”, Phillyda Lloyd, utilizza le parole delle canzoni degli ABBA per sottolineare lo stato d’animo dei protagonisti, scegliendo pezzi sempre bellissimi e “centrati” (e’ la tecnica usata da un’altra regista appassionata di musical, Julie Taymur, nel suo bellissimo “Across the Universe” basato sulle canzoni dei Beatles, recensito in questa sezione del Cineforum); la sceneggiatura, coloratissima, facilita il passaggio alla dimensione onirica e cosi’ tutti noi abbandoniamo per un momento i nostri problemi quotidiani e veniamo letteralmente trascinati a cantare e ballare con i protagonisti, vivendone le emozioni.
In questo gran parte del merito va dato a Meryl Streep, attrice straordinaria in grado di commuovere con la sua “recitazione cantata” (“The Winner takes it all”) e di trascinare, con “Dancing Queen”, tutti gli spettatori a fare un tuffo nel mare blu che circonda l’isola.
Da citare anche l’ottima scelta delle attrici che interpretano le amiche di Donna,
Julie Walters e
Christine Baranski, due vere forze della natura cariche di simpatia.
Insomma, ci si diverte, si sogna, si canta e si esce con il cuore leggero e con tanta voglia di rivedere il film….