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Scheda del film:
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Doctor Strange
(Doctor Strange)

Produzione: USA, 2016
Genere: Fantastico
Durata: 130’

Interpreti: Benedict Cumberbatch, Mads Mikkelsen, Tilda Swinton
Regia: Scott Derrikson

Trama:

Doctor Strange, diretto da Scott Derrickson con protagonista Benedict Cumberbatch, ci porta all’esplorazione di un volto poco noto dei cinecomic Marvel, ovvero quello del misticismo.

Arrogante, egoista e senza dubbio eccellente nel suo lavoro, il Doctor Strange è un neurochirurgo di fama mondiale. Le sue mani compiono miracoli, la sua conoscenza del corpo umano è ineccepibile e la sua vita è un perno che ruota attorno a un ambiente sterile, competitivo, stimolante, noto: l’ospedale in cui lavora. Ma cosa succede quando un incidente lo priva dell’uso delle mani e la sua esistenza sembra non avere più senso?

La disperazione lo conduce a cercare risposte e salvezza in un luogo in cui non avrebbe mai creduto di metter piede, in un’enclave in Nepal in cui dimora l’Antico (Tilda Swinton). C’è però un prezzo da pagare, un prezzo che va oltre i soldi e le ore passate sotto i ferri in sala operatoria; il prezzo è essere disposti a sconvolgere tutto ciò che fino a quel momento si dava per scontato, inclinandosi alla prospettiva più ampia delle arti magiche.

Attraverso il modo di vedere le cose di Doctor Strange Scott Derrickson prova ad aprire il nostro terzo occhio, immettendo nella pellicola riferimenti alla filosofia asiatica, arti marziali e oggetti mistici.

Corpi astrali che compiono ciò che che la mente vorrebbe portare a termine, se non fosse legata alla materia; pensieri che dominano il corpo e magie che si apprendono da libri scritti in lingue dimenticate.

Il protagonista corre per sfuggire al cattivo Kaecilius (l'ottimo Mads Mikkelsen) e ai suoi zeloti inerpicandosi in grattacieli ondeggianti, strutture architettoniche che si accartocciano su se stesse, scale che si moltiplicano e si intrecciano, dimensioni che non seguono la consueta logica della fisica quantistica e che sembrano uscite dalle illustrazioni fantastiche di Escher.

Suggellano la magia oggetti dalla storia atavica e dal fascino eterno, come la cappa della lievitazione, e l’Occhio di Agamotto (una delle Gemme dell’Infinito), che permette di giocare col tempo mandandolo avanti e indietro o creando loop temporali

In conclusione, un film Marvel che si disposta dagli altri e che ha nella scenografia fantasmagorica e nel carisma degli interpreti il suo punto di forza.


RECENSIONE:

Doctor Strange, diretto da Scott Derrickson con protagonista Benedict Cumberbatch, ci porta all’esplorazione di un volto poco noto dei cinecomic Marvel, ovvero quello del misticismo.

Arrogante, egoista e senza dubbio eccellente nel suo lavoro, il Doctor Strange è un neurochirurgo di fama mondiale. Le sue mani compiono miracoli, la sua conoscenza del corpo umano è ineccepibile e la sua vita è un perno che ruota attorno a un ambiente sterile, competitivo, stimolante, noto: l’ospedale in cui lavora. Ma cosa succede quando un incidente lo priva dell’uso delle mani e la sua esistenza sembra non avere più senso?

La disperazione lo conduce a cercare risposte e salvezza in un luogo in cui non avrebbe mai creduto di metter piede, in un’enclave in Nepal in cui dimora l’Antico (Tilda Swinton). C’è però un prezzo da pagare, un prezzo che va oltre i soldi e le ore passate sotto i ferri in sala operatoria; il prezzo è essere disposti a sconvolgere tutto ciò che fino a quel momento si dava per scontato, inclinandosi alla prospettiva più ampia delle arti magiche.

Attraverso il modo di vedere le cose di Doctor Strange Scott Derrickson prova ad aprire il nostro terzo occhio, immettendo nella pellicola riferimenti alla filosofia asiatica, arti marziali e oggetti mistici.

Corpi astrali che compiono ciò che che la mente vorrebbe portare a termine, se non fosse legata alla materia; pensieri che dominano il corpo e magie che si apprendono da libri scritti in lingue dimenticate.

Il protagonista corre per sfuggire al cattivo Kaecilius (l'ottimo Mads Mikkelsen) e ai suoi zeloti inerpicandosi in grattacieli ondeggianti, strutture architettoniche che si accartocciano su se stesse, scale che si moltiplicano e si intrecciano, dimensioni che non seguono la consueta logica della fisica quantistica e che sembrano uscite dalle illustrazioni fantastiche di Escher.

Suggellano la magia oggetti dalla storia atavica e dal fascino eterno, come la cappa della lievitazione, e l’Occhio di Agamotto (una delle Gemme dell’Infinito), che permette di giocare col tempo mandandolo avanti e indietro o creando loop temporali

In conclusione, un film Marvel che si disposta dagli altri e che ha nella scenografia fantasmagorica e nel carisma degli interpreti il suo punto di forza.

 
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